venerdì 29 aprile 2016

Raggi cosmici alla ricerca dei segreti delle piramidi

I telescopi a raggi cosmici potrebbero finalmente rivelare le camere segrete ancora nascoste nelle misteriose piramidi egizie.

Sempre più agguerriti nella ricerca dei segreti ancora sepolti nelle piramidi egizie, gli archeologi si affidano adesso ai telescopi a raggi cosmici. Questa tecnologia, integrata con termografia agli infrarossi e scansione laser 3D, potrebbe imprimere una svolta importante nella ricerca di nuove strutture e cavità.
Il progetto è figlio dei ricercatori della “Scan Pyramids Mission” ed è promosso dal Ministero delle Antichità egiziano in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Cairo e dell’istituto HIP, un’organizzazione no-profit per la tutela del patrimonio culturale.

La piramide romboidale. Sarà la prima ad essere studiata dai ricercatori.
Le tecno-ispezioni si protrarranno per tutto il 2016 e riguarderanno le spesse mura dei giganti di Giza, attribuiti a Cheope e Chefren, ma anche delle due gemelle di Dahshur, la Piramide Rossa e la Piramide Romboidale, costruite dal faraone Snefru. L’obiettivo dichiarato di architetti e ingegneri non è solo quello di individuare passaggi, corridoi, stanze, cunicoli e porte, ma anche e soprattutto di scoprire come siano state edificate queste misteriose costruzioni, un interrogativo tuttora senza risposta.

“L’idea è di trovare la risposta al mistero delle piramidi”, ha ammesso Mehdi Tayoubi, fondatore dell’HIP Istitute, parlando con l'agenzia France Press. “Un simile tentativo - continua - è già stato tentato 30 anni fa, ma questo è il primo progetto di livello globale che usa una tecnologia all’avanguardia per guardare all’interno di questi monumenti”. Non è la prima volta che i raggi cosmici vengono utilizzati per verificare la presenza di camere nascoste. Se ne servì nel 1960 il fisico Luis Alvarez, ma i risultati furono nulli. Ovviamente il gap tecnologico di quegli anni con oggi è abissale, quindi non sono da escludere risultati importanti.

un muone
La parte più interessante del progetto riguarderà l’utilizzo dei muoni, cioè particelle elementari con cariche negative, più pesanti di un elettrone ma anche più penetranti, che vengono creati quando i raggi cosmici colpiscono l’atmosfera. I muoni, che attraversano indenni i corpi, quando oltrepassano rocce e terreno rallentano progressivamente. Cercare i muoni nelle piramidi e misurare le loro traiettorie e la loro energia permetterà agli scienziati di “conoscere” meglio l’interno di queste misteriose opere dell’uomo e consentirà anche di creare ricostruzioni tridimensionali.

Studiosi ed appassionati sperano, grazie a queste nuove tecnologie, di avere risposte sulle probabili stanze segrete nella tomba di Tutankhamon, il Faraone bambino morto a 19 anni e sepolto nella Valle dei Re, che potrebbero essere collegate alle due porte nascoste che l’archeologo inglese Nicholas Reeves lo scorso settembre ha annunciato di aver individuato. Secondo Reeves, il luogo dove ha riposato per secoli il giovane faraone è una stanza ricavata da una già esistente: questo spiegherebbe le sue dimensioni troppo piccole per un sovrano. Dietro ad un muro potrebbe, quindi, avere trovato sepoltura la regina Nefertiti. Se così fosse potrebbe celare il corredo funebre straordinariamente ricco. Riusciranno a trovarlo?

Paolo Antonio Magrì
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento