domenica 12 giugno 2016

Trapianti: anche il rene incompatibile sarà compatibile

Dagli States un nuovo metodo per evitare il rigetto.

Il problema più grave che spesso complica la buona riuscita dei trapianti è il rigetto. Una nuova procedura messa a punto dalla Johns Hopkins University (USA) promette di "rivoluzionare" positivamente i lunghi tempi delle liste di attesa dei trapianti di rene, in quanto è in grado di annullare la reazione di rigetto del sistema immunitario. L’idea del team statunitense è quella di “desensibilizzare” il sangue del paziente, filtrandolo allo scopo di rimuovere gli anticorpi responsabili del rigetto e consentire, così, il trapianto anche nel caso di donatori incompatibili.


E quando gli anticorpi si rigenereranno?
Per motivi ancora poco chiari, i “nuovi” anticorpi non attaccano più il “nuovo” rene, lasciandolo coesistere con l’organismo ospitante.

Il gruppo di scienziati guidato dal Dott. Segev – così come ha pubblicato sul New England Journal of Medicine – ha anche confrontato 1.025 pazienti che hanno ricevuto un trapianto da un donatore incompatibile con un numero uguale che è restato nelle liste di attesa o ha ricevuto un organo da un compatibile, ma da donatore deceduto. Dopo otto anni, il 76,5% di chi ha avuto un donatore incompatibile era ancora vivo, rispetto al 62,9% di chi era rimasto nelle liste di attesa o aveva ricevuto un rene da un donatore deceduto e al 43,9% chi era restato fermo nelle liste di attesa senza mai ricevere un trapianto.

Il trattamento di desensibilizzazione è molto costoso, aggirandosi intorno ai $30.000. Nonostante gli alti costi, però, gli scienziati ritengono che questa “nuova” strada sia anche più conveniente della dialisi, che costa a pazienti $70.000 ogni anno per il resto della loro vita.

Paolo Antonio Magrì
© RIPRODUZIONE RISERVATA

articolo scritto per LPLNews24

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