
Nel loro esperimento, i ricercatori – utilizzando la risonanza magnetica funzionale – hanno visto “accendersi” i neuroni Gps dei partecipanti in modo consistente a livello della corteccia entorinale, hub cerebrale della memoria e della navigazione dello spazio, e una delle prime aree ad essere danneggiate dall’Alzheimer. Il lavoro del team inglese potrebbe aiutare, quindi, a spiegare la ragione della difficoltà nei processi di memorizzazione e immaginazione che caratterizza le persone colpite da questa forma di demenza.
"Le persone malate di Alzheimer possono avere difficoltà nel visualizzare o ricordare delle scene e le nostre ultime osservazioni contribuiscono a spiegare il perché" afferma Neil Burgess, direttore dell'Istituto di neuroscienze cognitive dell'Ucl. "In precedenza - aggiunge - abbiamo sviluppato un esame detto 'Test delle 4 montagne': i partecipanti devono tenere in mente dei paesaggi montuosi e poi cercare di riconoscerli fra 4 diversi scenari, uno dei quali è quello giusto mostrato da un punto di vista differente. Le performance ottenute a questa prova si sono dimostrate associate al grado di progressione dell'Alzheimer, e ora la nostra ricerca indica che le difficoltà riscontrate dai pazienti nel test possono essere legate a una perdita di cellule a griglia nella corteggia entorinale".
I neuroni a griglia costituiscono una frontiera importante e affascinante per la medicina moderna. La loro descrizione è valsa il Nobel per la Medicina 2014 al britannico John O'Keefe e ai coniugi norvegesi May-Britt ed Edvard Moser. Nuovi sviluppi si attendono dalla ricerca che ha il merito di avere fissato un punto fondamentale: le cellule Gps possono contribuire a ben più di una semplice navigazione spaziale e sono coinvolte in generale nella pianificazione e nell'immaginazione il futuro.
Paolo Antonio Magrì
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