
Secondo i ricercatori italiani il responsabile del terribile morbo è da cercare nell'area del cervello che regola l'umore. Sarebbe la morte dei neuroni di questa zona a scatenare la malattia e non la degenerazione delle cellule dell'ippocampo, l'area del cervello deputata ai meccanismi del ricordo. Il tilt dell'ippocampo non sarebbe la causa principale dell'Alzheimer, ma un effetto secondario derivante dal mancato afflusso di dopamina dovuto alla morte dei neuroni deputati alla sua produzione.

"L'area tegmentale ventrale - chiarisce D'Amelio - rilascia dopamina anche nell'area che controlla la gratificazione. Per cui, con la degenerazione dei neuroni dopaminergici, aumenta anche il rischio di perdita di iniziativa".
La ricerca inverte quindi il nesso causa effetto tra depressione e Alzheimer: i cambiamenti dell'umore associati all'Alzheimer non sarebbero conseguenza della sua comparsa, ma un alert che segnala l'inizio della patologia. Questo spiega perché l'Alzheimer è accompagnato da un calo nell'interesse per le attività della vita, fino alla depressione
"Perdita di memoria e depressione - conclude D'Amelio - sono due facce della stessa medaglia".
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articolo scritto per lplNews24
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