Allo stato attuale non è stata ancora scritta una regolamentazione normativa sulla colonizzazione marziana, anche se esistono varie istituzioni preposte ad autorizzare qualsiasi missione con velleità “al di sopra della nostra testa”. Negli States questa istituzione è la FAA ( Federal Aviation Administration) e di certo Musk non mancherà di farsi autorizzare i suoi voli (sicuramente non incontrerà ostacoli) anche se, sempre secondo secondo Gabrynowicz, il problema dell'assenza di regole rimane comunque. Se non si avvistano all’orizzonte particolari problemi irrisolvibili per le missioni senza equipaggio su Marte, la questione promette di complicarsi e non di poco per le missioni con passeggeri, verso i quali l’Ente Autorizzatore ha obblighi di tutela. Se poi lo stesso Musk ammette candidamente che i primi coloni potrebbero morire (viva la sincerità), allora sbrogliare la matassa etico-giuridica sarà davvero complicato per l’eccentrico magnate spaziale.
Come se non bastasse, ci sarà da affrontare anche la faccenda “proprietà su Marte”. Se Mister Space X dovesse, come promette, costruire una città sul pianeta rosso violerebbe la norma secondo cui qualsiasi corpo celeste è patrimonio comune dell'umanità e nessuno può rivendicarne la proprietà, anche di una sola parte per quanto piccola. Praticamente i primi coloni su Marte sarebbero degli abusivi. Non vorrei essere nei panni dei primi Ufficiali Giudiziari Spaziali incaricati dello Sfratto Spaziale! A parte le battute la questione giuridica è reale e importante, e rischia di creare non pochi problemi sia a Musk che al delicato equilibrio tra i diversi competitor dello spazio, aziende private o Paesi sovrani che siano.
È chiaro che urge presto una regolamentazione condivisa in materia di esplorazione extraterrestre, per evitare che lo Spazio diventi il nuovo “far west”. Intanto... è arrivato il ciclone Trump, e tutto potrebbe essere rimesso in discussione.
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articolo scritto per Fantascienza.com
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